venerdì 12 novembre 2010

Il fardello della solitudine

Sentirsi soli è la cosa peggiore, peggio di morire. E' un'infinita angoscia. Un dolore lancinante che ti trafigge dalla testa ai piedi, che pervade ogni tua singola fibra nervosa, ogni tuo muscolo rendendoti lentamente incapace di reagire. Ti avvolge e ti stritola come le spire sempre più strette di un'anaconda. Ti manca il fiato. Vorresti parlare,chiedere aiuto ma a chi? A chi? Sei solo, nessuno ti ascolterà. Dovrai sopportare il tutto in silenzio, nella solitudine primordiale. Ora non fa poi così male, la pelle dura del rettile non ti sta poi così stretta. Hai perso la sensibilità. Sei come un foglio di carte stropicciato, senti lentamente lo scricchiolio delle tue ossa frantumate che sfregano tra loro per l'azione rotatoria delle spire. Quella natura madre che ti ha generato, lei ora ti si sta rivoltando contro o forse no, forse vuole solo alleviarti le sofferenze di una vita che non hai apprezzato. Sta commettendo il parricidio di te stesso, quello che tu stesso hai iniziato con le tue stesse mani isolandoti.



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